Importante Messaggio del vescovo Alberto Silvani
1. Le vicende di queste due ultime settimane ci toccano tutti da vicino e ci pongono alcuni interrogativi riguardo alla comprensione e al comportamento. Propongo qui alcune considerazioni e premetto un invito alla calma, alla fiducia, alla preghiera più intensa; ringrazio tutti gli operatori che in diversi modi si prendono cura degli ammalati e si adoperano per limitare il contagio. Questo contagio finirà, non tanto presto secondo le previsioni, ma almeno ci lasci il ricordo che ci siamo sforzati di gestire l’emergenza con prudenza, con ragione e con fede.
2. Il fatto di un contagio così veloce e così esteso ha colto tutti di sorpresa: in pochi giorni ci siamo ritrovati in balia di avvenimenti che hanno sconvolto tutti i nostri programmi. Il mondo intero è tenuto sotto scacco da qualcosa di invisibile e impalpabile, ed è emerso quanto precaria sia la nostra posizione nella storia e quanto siamo «globalizzati», partecipi di avvenimenti che oltrepassano la sfera individuale e locale. Ci rendiamo conto che tutti siamo poveri e pellegrini, compagni di strada degli uomini cui annunciamo il vangelo e veri «buoni samaritani» dell’umanità. Non voglio fare del moralismo a buon mercato, però una riflessione sulla precarietà della nostra vita è sempre un punto di partenza per progetti più equilibrati.
3. L’autorità civile e i vescovi, di comune accordo, hanno emanato alcune disposizioni. È necessario, oltre che opportuno, attenersi a quanto prescritto, sia per la salute propria, sia per il bene di chi sta vicino. Se qualcuno ha il coraggio di baciare un lebbroso, lo faccia pure, ma non può compromettere la vita degli altri. Pertanto aldilà delle prescrizioni legali, rivolgo un invito alla responsabilità personale: ciascuno si senta in dovere di limitare il contagio con il suo comportamento. Per quanto riguarda la vita religiosa nelle nostre parrocchie, tutti sentiamo la sofferenza di vivere una Quaresima senza le celebrazioni solite e senza i pellegrinaggi giubilari che erano programmati per quest’anno. Abbiamo però la grande consolazione che nella nostra religione le parole e i gesti devono avere incidenza sulla vita spirituale. È importante l’esteriorità, ma nella misura in cui incide nell’interiorità.
4. Secondo le indicazioni ricevute, si sospendono tutte le celebrazioni liturgiche aperte al pubblico. Il comandamento del Signore dice: «Ricordati di santificare le feste», e la festa si santifica con la partecipazione alla Messa. Purtroppo in questi momenti possiamo avere seri e giustificati motivi per non partecipare alla Messa: per attenerci alle disposizioni di ordine pubblico, per evitare l’affollamento, per la precarietà della salute, per la quarantena imposta a domicilio, o per altro ancora. Tutti questi motivi però non ci dispensano dal santificare la festa. Per coerenza non dovremmo dire: Oggi sono dispensato dalla Messa, ma dire piuttosto: Oggi come faccio a santificare la domenica? Quello che oggi è una emergenza momentanea, in un futuro non troppo lontano potrebbe diventare una cosa stabile. Quando in parrocchia ci sarà solo una o due messe al mese, nelle altre domeniche mi ritengo dispensato da tutto, o cerco di trovare il modo di santificare il giorno del Signore? Allora ciascuno si abitui a trovare il tempo per una preghiera, personale o in famiglia. Potrebbe essere il momento in cui suona la campana nell’ora della Messa, oppure dell’Ave Maria (mattino, mezzogiorno e sera).
5. Discorso analogo vale, anche se in tono minore, per la celebrazione della Quaresima. Non ci saranno celebrazioni esteriori, ma preghiera, penitenza e carità sono sempre possibili. Soprattutto in tempo di emergenze la preghiera dovrebbe essere più intensa: la Via Crucis, il Rosario, la lettura della Parola di Dio fatta individualmente o ancor meglio in famiglia. I precetti si possono anche eludere, ma non la vita spirituale. Per quanto riguarda la carità poi ci sarà bisogno di un supplemento di impegno per assistere persone anziane o sole o comunque bisognose. La necessità fa emergere tanti esempi di carità che in tempi di normalità sembrano scomparsi.
6. Il Signore non ci tenta, e se ci mette alla prova non ci fa mancare il suo aiuto. Invochiamolo dunque, con l’intercessione della Vergine SS.ma e dei nostri santi volterrani. Ricordiamo in maniera particolare coloro che sono nella sofferenza e chi si prende cura di loro. Il Signore ci accompagni con la sua misericordia.
Volterra, 8 marzo 2020
X Alberto, vescovo