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Messaggio di S.E. Mons. Alberto Silvani, vescovo di Volterra, per la ripresa delle celebrazioni

RIPRESA DELLE CELEBRAZIONI   versione testuale
 
 

Messaggio di S.E. Mons. Alberto Silvani, vescovo di Volterra, per la ripresa delle celebrazioni

Vescovo di Volterra Alberto Silvani1. Dalla prossima settimana potremo cominciare a riappropriarci dei nostri spazi celebrativi. Sia lodato il Signore. Pian piano, dimostrando maturità e responsabilità, riprenderemo la vita parrocchiale, ma nulla sarà come prima. Gli ultimi avvenimenti ci hanno purificato e ricondotti all’essenziale, e tornare alla normalità non significa tornare a fare quello che si è sempre fatto, ma rendere normali le cose migliori che abbiamo imparato per necessità.

2. Per quanto riguarda la nostra vita cristiana, accettiamo la lezione dalle vicende accadute, certamente da noi non cercate, e guardiamo all’essenziale. La vita della Chiesa si esprime nell’ascolto della Parola, nella celebrazione della liturgia e nella carità fraterna. Ebbene in questo periodo queste tre cose non ci sono mancate. La carità è passata al primo posto, come era necessario in un periodo di emergenza, e questa preminenza della carità penso che continuerà ancora per un po’ di tempo. L’ascolto della Parola attraverso i mezzi di comunicazione non ci è mancato, anzi si sono moltiplicate le occasioni di ascolto, per chi voleva, naturalmente. Per quanto riguarda poi la liturgia, le nostre chiese sono restate aperte per la preghiera individuale e i nostri preti erano disponibili per i sacramenti. Inoltre hanno celebrato la Messa quotidianamente, a nome di tutti, vivi e defunti. Il culto non si è mai interrotto, anche se è stato molto condizionato.

3. Non ci basta però e non ci soddisfa la vita cristiana ridotta al minimo essenziale; abbiamo bisogno di qualcosa di più. Per il momento prendiamo atto che la privazione forzata di alcune cose ci ha spinti a considerarne di più l’importanza. Le cose si apprezzano quando mancano, e quando tornerà l’abbondanza, stiamo attenti a non sprecare nulla. Oltre a questo, abbiamo ritrovato la gioia di pregare in famiglia, in un modo nuovo. La difficoltà di entrare in chiesa ha fatto diventare chiesa ogni famiglia: non perdiamo questo insegnamento prezioso, teniamolo caro e continuiamo su questa strada.

4. Altre considerazioni bisognerebbe fare con calma sulle ideologie correnti riguardo alla sanità e al progresso scientifico-economico. Le vicende di queste ultime dieci settimane ci hanno trovati fragili e disarmati di fronte al contagio, e ci hanno portato seri problemi economici. In qualche maniera ne usciremo, perché tante sono le umane capacità. Però anche in questo caso vediamo quali sono i veri valori. Da anni si parla del valore oscillante del PIL, ma ci sono cose più essenziali, come l’aria che respiriamo, l’acqua, le strutture sanitarie e i pubblici servizi. Forse ci accorgiamo di rincorrere un benessere un po’ astratto e di considerare essenziali cose che tali non sono.

5. Riprendiamo, gradualmente, facendo tesoro dell’esperienza vissuta. Abbiamo costatato la nostra fragilità, ma la fragilità non è debolezza, è senso dei propri limiti, e nel limite nasce il bisogno dell’altro, la ricerca di una comunità, della relazione umana, dell’amicizia, della solidarietà.

Volterra, 17 maggio 2020, sesta domenica di Pasqua

Alberto Silvani, vescovo

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