Don Secondo: il mio ’68, cinquant'anni fa…
Il “1968”?... No, non voglio parlare di quello che fu il "1968” per la società di allora non solo in Italia ma in tutta Europa: per dire qualcosa ricordo che fu il tempo in cui si contestava. Fu il tempo in cui a scuola bisognava promuovere tutti con “il 6 o il 18 politico”; fu il tempo della grande contestazione “dappertutto”, nella famiglia, nella scuola, nelle piazze e anche nella Chiesa.
Non voglio parlare di tutto questo, ma di quello che avvenne nella mia vita proprio di questi tempi: uno sconvolgimento generale. A Cecina avevo terminato con tanti giovai le attività estive, avevo ricominciato l’insegnamento alla Scuola Media e alla Scuola Magistrale, i miei impegni in Parrocchia, non mi ricordo bene, ma nella prima quindicina di ottobre il Vescovo Mons. Marino Bergonzini mi chiamò a Volterra e mi disse che desiderava che io andassi a fare il Parroco a Castelnuovo Val di Cecina. Non posso descrivere il mio stato d’animo.
L’Arciprete di Cecina Mons. Luigi Paoli che era stato parroco di Sasso Pisano e poi per molti anno di Pomarance, e che quindi conosceva molto bene Castelnuovo, pur molto dispiaciuto di ”dovermi perdere”, mi incoraggiò dicendomi che Castelnuovo era un bel Paese. Il Vescovo mi aveva descritto la “situazione” della Parrocchia, non mi aveva detto niente di quella della Canonica e della Chiesa. Dopo alcuni giorni confermai al Vescovo il mio “si.
Fu davvero uno vero sconvolgimento per me, per tanti “miei ragazzi”, per le varie iniziative in cui ero coinvolto e lasciare tutto; e lo fu anche peri i miei Genitori, al pensiero di doversi trasferire e di cominciare una nuova vita.
Il 4 Novembre 1968 (proprio come oggi!) l’Arciprete di Cecina con la sua auto accompagnò me e i miei Genitori a Castelnuovo, per vedere almeno la casa dove avremmo dovuto abitare. Quando giungemmo al Paese, andammo alla Canonica ma non c’era nessuno: Don Stanislao, il mio predecessore, da tempo era a Firenze. l cappellano don Pucci era andato Parroco a Montefoscoli. Il giovane sacerdote che era stato mandato in attesa della mia venuta (don Piero Burlacchini), mi dissero, che doveva essere al pranzo dei Combattenti. Una persona che passò e ci vide lì davanti alla casa Canonica ,andò a chiamare un signore (penso che sia stato Ciro Panichi) il quale ci aprì la porta: entrammo, guardammo, osservammo, e ci prese una grande tristezza. Di fronte alla “situazione” in cui era la casa ci vennero tanti pensieri e alla mia mamma vennero le lacrime. Com’era la chiesa non la vedemmo e nessuno ce la fece vedere. Poi tornammo a Cecina. In seguito i miei Genitori, aiutati da alcuni parenti vennero a Castelnuovo a lavorare e a sistemare la casa,alla meglio, nel miglior modo che allora era possibile per poterci abitare. Poco più di un mese dopo, iniziò la mia “avventura…. Era il 4 Novembre, come oggi.
don Secondo
Fonte: Famiglia Parrocchiale 2556