Quella candela accesa
Oggi ho vissuto un'esperienza nuova. Ho fatto un giro per il paese, sono passato vicino alla chiesa e vista la porta “socchiusa”, sono entrato. Dentro non c'era nessuno. Io vado volentieri in chiesa, ma alla domenica. Allora c'è la gente, ci sono i canti, l’organo che suona, ci sono le luci accese. Oggi invece non c'era nessuno. Ho notato solo un raggio di luce che cadeva dall'alto e poi il grande silenzio.
Con un po' di emozione, in silenzio, ho attraversato la navata centrale e sono andato su verso l'altare, al centro. sono rimasto ancora impressionato dal grande Crocifisso che domina la chiesa. L’ho guardato ancora in silenzio con nel cuore una silenziosa preghiera.
Poi sono andato davanti al tabernacolo.
Lì c’era una candela accesa, e anche quel “lume rosso” che, mi hanno raccontato, sta sempre acceso giorno e notte. Allora ho pensato che lì c’era proprio Gesù. Mi sono messo ancora un po’ in ginocchio e poi mi sono seduto.
Ho avuto chiara la sensazione che, non ero solo.
Ho sentito davvero la presenza di Gesù. Allora ho acceso anch’io, una candela e sono rimasto in silenzio a guardare la sua luce. Non l'avevo mai riflettuto ma lì ho capito che quella piccola fiammella aveva per me un significato importante. Signore, gli ho detto, so che tu sei dovunque, in cielo, in terra, in ogni luogo, ma oggi ho sentito un qualcosa, e ho capito ancor più che tu, davvero, abiti lì. Mi sono messo ancora seduto e ho pensato che deve essere triste per te, in tante giornate, quando nessuno ti viene a trovare, o Signore. Ho guardato ancora la luce di quella candela che avevo acceso e prima di andarmene, gli ho chiesto: ‘fai tu compagnia a Gesù al posto mio’. Perdonami quando non mi ricordo che tu sei lì. E allora m è sembrato bello, Signore, il pensare che anche quando tra poco me ne sarò andato, quella fiammella ti avrebbe fatto ancora un po’ di compagnia per me.
Ipsilon
P.S. Ringraziamo Ipsilon per la colaborazione