Dio è come un papà
In un "mondo che si è spento e non riesce più a sollevare lo sguardo verso l'alto, verso Dio", è importante ricordare che "Dio è come un papà, che non si dimentica mai di noi in nessun momento". Lo ha detto Papa Francesco di fronte agli oltre 30mila fedeli giunti a piazza San Pietro per assistere all'udienza generale del mercoledì.....
"Dio è la nostra forza, la nostra speranza. E la speranza di Dio non delude mai". Il Papa argentino, dunque, è tornato sulla figura del padre - già protagonista dell'omelia della sua messa di inaugurazione - compiendo in prima persona un gesto 'da padre'. Come è consuetudine, la jeep papale si è fermata di tanto in tanto e i gendarmi hanno passato alcuni bambini al Papa, che li ha baciati e accarezzati. Più complessa l'operazione con un bebè che, spaventato dallo spostamento, continuava a piangere e urlare. Il Papa gli ha infilato in bocca il ciuccio e lo ha accarezzato.
Ancora una volta Bergoglio ha chiesto ai fedeli di mostrare "la gioia di essere figli di Dio", l'unico sentimento capace di "salvarci dalla schiavitù del male". Mostrare questa gioia, secondo Francesco, è un "servizio" che ci viene ancora più richiesto davanti ad un "mondo che si è spento e che non riesce più a sollevare lo sguardo verso Dio".
In Dio, ha detto Bergoglio parlando di nuovo a braccio, le nostre speranze non vanno mai deluse. "Dio ci perdona - ha aggiunto - ci ama anche quando sbagliamo. Se anche una madre si dimenticasse del figlio, Dio non si dimentica mai di noi". Ebbene, ha esortato Papa Francesco, "questa relazione filiale con Dio deve crescere e deve essere alimentata ogni giorno. Noi possiamo vivere da figli e questa è la nostra dignità". Certo, ha commentato il Papa, "la tentazione di lasciare Dio da parte per mettere al centro noi stessi è sempre alle porte, ma è solo comportandoci da figli di Dio e sentendoci amati che la nostra vita sarà nuova".
"Abbà", ha spiegato il Papa, è il nome del Dio cristiano, ed "è proprio lo spirito che abbiamo ricevuto nel battesimo che ci insegna e ci spinge a dire a Dio padre". "Meglio - ha aggiunto - Dio è papa, così è il nostro Dio, è un papà". "Lo Spirito Santo - ha detto - realizza in noi questa nuova condizione di figli di Dio e questo è il più grande dono che riceviamo dal mistero pasquale". Dio "ci predona, ci abbraccia, ci ama anche quando sbagliamo, e già nell'Antico testamento Isaia scriveva che se anche una madre si dimenticasse del figlio, Dio non si dimentica mai di noi, in nessun momento". E "questo è bello", ha commentato. "Questa relazione filiale con Dio non è come un tesoro che conserviamo in un angolo della nostra vita, ma deve crescere, deve essere alimentato" dai sacramenti e dalla carità.