La Festa del Papà, ormai conosciuta con il nome di Festa di San Giuseppe in Italia, è una ricorrenza molto importante per i bambini (e per i grandi) .
L’Italia e la maggior parte dei paesi cattolici associano la Festa del Papà a quella di San Giuseppe. I primi a celebrare la festa di San Giuseppe furono i monaci benedettini nel 1030, seguiti dai servi di Maria nel 1324 e dai francescani nel 1399, la festa divenne poi canonica per la Chiesa Cattolica nel 1621 grazie a Papa Gregorio XV. Fino al 1977 il giorno di San Giuseppe era considerato in Italia festivo anche agli effetti civili ma con legge 5 marzo 1977 n. 54, questo riconoscimento fu abolito e da allora il 19 marzo divenne un giorno feriale.
Nei paesi di cultura anglosassone invece le prime tracce della celebrazione della Festa del Papà risalgono al 5 Luglio 1908.
In Italia a questa festa è legato anche un vasto “patrimonio culinario”, diverso da regione a regione. Ad esempio in alcuni paesi invitare i poveri al banchetto di San Giuseppe, e sempre in questa occasione, un sacerdote benediva la tavola ed i poveri erano serviti dal padrone di casa. Questo perché nella tradizione popolare San Giuseppe è il santo protettore dei poveri e dei derelitti, in quanto capofamiglia di una giovane coppia di sposi in un paese straniero.
E’ interessante notare che già Goethe, in viaggio a Napoli alla fine del ‘700, descriveva la Festa di San Giuseppe.
Usanze, piatti e tradizioni diverse che ci testimoniano quanto in tutto il mondo sia vissuta con partecipazione la Festa del Papà. Mi raccomando, non dimenticatevi di fare gli auguri al vostro babbo!
Liberamente tratto da https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2021
“Ecco, noi saliamo a Gerusalemme…” (Mt 20,18).
Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità.
Cari fratelli e sorelle,
annunciando ai suoi discepoli la sua passione, morte e risurrezione, a compimento della volontà del Padre, Gesù svela loro il senso profondo della sua missione e li chiama ad associarsi ad essa, per la salvezza del mondo.
Nel percorrere il cammino quaresimale, che ci conduce verso le celebrazioni pasquali, ricordiamo Colui che «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8). In questo tempo di conversione rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l’“acqua viva” della speranza e riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo. Nella notte di Pasqua rinnoveremo le promesse del nostro Battesimo, per rinascere uomini e donne nuovi, grazie all’opera dello Spirito Santo. Ma già l’itinerario della Quaresima, come l’intero cammino cristiano, sta tutto sotto la luce della Risurrezione, che anima i sentimenti, gli atteggiamenti e le scelte di chi vuole seguire Cristo.
Il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18), sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione. La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa.
1. La fede ci chiama ad accogliere la Verità e a diventarne testimoni, davanti a Dio e davanti a tutti i nostri fratelli e sorelle.
In questo tempo di Quaresima, accogliere e vivere la Verità manifestatasi in Cristo significa prima di tutto lasciarci raggiungere dalla Parola di Dio, che ci viene trasmessa, di generazione in generazione, dalla Chiesa. Questa Verità non è una costruzione dell’intelletto, riservata a poche menti elette, superiori o distinte, ma è un messaggio che riceviamo e possiamo comprendere grazie all’intelligenza del cuore, aperto alla grandezza di Dio che ci ama prima che noi stessi ne prendiamo coscienza. Questa Verità è Cristo stesso, che assumendo fino in fondo la nostra umanità si è fatto Via – esigente ma aperta a tutti – che conduce alla pienezza della Vita.
Il digiuno vissuto come esperienza di privazione porta quanti lo vivono in semplicità di cuore a riscoprire il dono di Dio e a comprendere la nostra realtà di creature a sua immagine e somiglianza, che in Lui trovano compimento. Facendo esperienza di una povertà accettata, chi digiuna si fa povero con i poveri e “accumula” la ricchezza dell’amore ricevuto e condiviso. Così inteso e praticato, il digiuno aiuta ad amare Dio e il prossimo in quanto, come insegna San Tommaso d’Aquino, l’amore è un movimento che pone l’attenzione sull’altro considerandolo come un’unica cosa con sé stessi (cfr Enc. Fratelli tutti, 93).
La Quaresima è un tempo per credere, ovvero per ricevere Dio nella nostra vita e consentirgli di “prendere dimora” presso di noi (cfr Gv 14,23). Digiunare vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni – vere o false – e prodotti di consumo, per aprire le porte del nostro cuore a Colui che viene a noi povero di tutto, ma «pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14): il Figlio del Dio Salvatore.
Leggi tutto...Il Pontefice ha modificato una norma del diritto canonico per ufficializzare il ruolo delle donne nella liturgia
Nelle parrocchie italiane il genio femminile è una presenza costante intorno all’altare. Come lettrici, cantori, ministri straordinari della Comunione, animatrici
Le donne potranno accedere da ora in poi ai ministeri del lettorato e dell'accolitato nella Chiesa Cattolica. Senza che però questo debba essere confuso con una sia pur parziale apertura verso l'ordinazione sacerdotale. Con il motu proprio “Spiritus Domini”, infatti, il Papa ha modificato il primo paragrafo del canone 230 del Codice di Diritto canonico, stabilendo che le donne possano accedere a questi ministeri (la lettura della Parola di Dio durante le celebrazioni liturgiche o lo svolgimento di un servizio all’altare, come ministranti - chierichette o come dispensatrici dell’eucaristia), che essi vengano attribuiti anche attraverso un atto liturgico che li istituzionalizza. Nella nuova formulazione del canone si legge ora: “I laici che abbiano l’età e le doti determinate con decreto dalla Conferenza episcopale, possono essere assunti stabilmente, mediante il rito liturgico stabilito, ai ministeri di lettori e di accoliti”. Viene così abrogata la specificazione “di sesso maschile” riferita ai laici e presente nel testo Codice fino alla modifica odierna.
Francesco tuttavia specifica che si tratta di ministeri laicali “essenzialmente distinti dal ministero ordinato che si riceve con il sacramento dell’ordine”. E in una lettera indirizzata al Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Luis Ladaria, cita le parole di san Giovanni Paolo II secondo cui “rispetto ai ministeri ordinati la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale”. Per i ministeri non ordinati come il letterato e l'accolitato, però, "è possibile, e oggi appare opportuno - sottolinea il Pontefice -, superare tale riserva”. Il Papa spiega che “offrire ai laici di entrambi i sessi la possibilità di accedere al ministero dell’Accolitato e del Lettorato, in virtù della loro partecipazione al sacerdozio battesimale incrementerà il riconoscimento, anche attraverso un atto liturgico (istituzione), del contributo prezioso che da tempo moltissimi laici, anche donne, offrono alla vita e alla missione della Chiesa”.
Leggi tutto...La festa del 2 febbraio con la benedizione delle candeline, sarà fatta alla fine delle messe di sabato 30/01/2021 (ore 16:00) e di domenica 31/01/2021 (ore 11:15).
Il parroco
don Secondo Macelloni
Elena Panerati qualche tempo fa venne a trovarmi e mi fece conoscere il suo fidanzato Emilio Messana. Mi raccontarono che stavano preparandosi al Matrimonio e degli incontri con altre coppie di prossimi sposi. Fu un incontro molto bello che ricordo con piacere. Promisi e mantengo la promessa di raccontare del loro Matrimonio qui su “Famiglia Parrocchiale” quando si sarebbero sposati.. E ora mantengo...
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Sia Lui la Stella della nostra vita! Preparandoci a celebrare con gioia nelle nostre famiglie e nelle nostra Parrocchia la nascita del Salvatore, nonostante una “certa cultura”(come è già qui stato qui scritto) e lo stesso “consumismo” cerchino o tendano a far sparire o “oscurare” i segni e i simboli cristiani dalla celebrazione del Natale, come se si potesse fare un Natale senza Colui che e nato:...
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