”Quello che vi dico nelle tenebre,ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio gridatelo dai tetti”
Io sono stato sempre impressionato da queste parole di Gesù. E, dopo 2000 anni guardo ai tetti delle nostre case con tante antenne, terrestri e satellitari. che inviano e ricevono messaggi di ogni tipo e mi sembra di capire che quelle parole di Gesù vogliano dire che oggi dobbiamo trasmettere il Vangelo e annunciare la Parola di Gesù nel nostro mondo anche con tutti i mezzi che il progresso mette a nostra disposizione. E bisogna convincersi che, per quanto ci è possibile, occorre “aggiornarci” e che oggi non possiamo essere cristiani solo dentro di noi, in chiesa e in casa nostra: bisogna fare qualcosa di più.
Gesù, fin da principio mandò gli apostoli e i discepoli e affidò ad essi la trasmissione della sua Parola. Il Vangelo si diffuse nel mondo e noi abbiamo Fede in Gesù perché tanti nel corso dei secoli hanno ascoltato quella parola, “Andate …”
E sono andati, hanno parlato, hanno scritto, si sono dati da fare, e hanno usato i “mezzi” che offriva il loro tempo per diffondere il Vangelo.
Io, per questo, cinquant’anni fa non solo pensai a F.P. ma in seguito diversi anni fa, (non ne ho mai scritto) insieme a Franco Fini, Giorgio Cappellini a e qualche altro amico che non ricordo bene , tentai di realizzare una “Radio locale della nostra Parrocchia e furono fatte anche delle prove,con esito positivo. Poi, dopo aver visitato la sede di “Radio Val d’Era” a Selvatelle, e dopo aver avuto tutte le informazioni sui costi e gli impegni a livello di persone, questa idea ci sembrò un’impresa tropo grande e impegnativa, per cui facemmo bene a non farne di niente! In conclusione che cosa voglio dire? Voglio dire che ognuno di noi, deve sentirsi chiamato da Gesù a impegnarsi a far conoscere il Vangelo con tutti i modi possibili. Sono convinto che questo vogliono dire quelle parole di Gesù: “Quello che ascoltate all'orecchio gridatelo dai tetti”
COME STA “FAMIGLIA PARRCCHIALE”?
Arrivata a cinquant’anni, è lecito farsi questa domanda: “Come sta in salute un “sussidio” parrocchiale come “questo”, comincia ad avere la sua bella età, un’età che potrebbe essere anche “critica” e trovarsi in qualche difficoltà. La risposta a questa domanda la potrebbero dare i suoi Lettori, ma poiché essi, di solito non si esprimono a parole ma in altri modi. Io che ne sono l’ “inventore” e il principale “autore”, mi provo a dare, più che una risposta, le “mie impressioni”..
“Era tutto investito da fiamme, circondato da una corona di spine, squarciato da una ferita, e con una croce piantatavi sopra. «Vedi, disse Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque, vedi questo Cuore che si strugge d'amore per gli uomini, ciò nonostante non riceve che ingratitudine e oltraggi. Questo Cuore è sempre disposto a versare grazie e benedizioni sopra di tutti; ma gli oltraggi continui che mi fanno, ne impediscono la diffusione.
Pensa tu dunque a riparare un sì lacrimevole disordine, e fa che il venerdì successivo all'ottava consacrata all'onore del mio Divin Corpo, sia specialmente consacrato all'onore del mio Divin Cuore, riparando con onorevole ammenda e devota comunione le offese che ricevo nella divina Eucaristia. Io spargerò abbondanti benedizioni su quanti mi presteranno
Venerdì 28 Giugno era la Festa del Sacro Cuore di Gesù e quasi tutti noi ce ne siamo dimenticati! Non è una cosa bella! Le parole di triste lamento che Gesù disse apparendo a Santa Margherita Maria, son ancora vere, anzi più vere e drammatiche che mai!
**** Durante questo mese di Giugno che tradizionalmente è dedicato al Sacro cuore, io, con tutti gli impegni di questo tempo, non l’ho neppure ricordate e me ne dispiace. Cerco di riparare così, parlandone ora.
Ognuno ci pensi e almeno ogni giorno reciti con più fervore quella piccola e bella preghiera:
Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. |
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EUSTACHIO MONTEMURRO LA VITA: Nascita e formazione Eustachio nasce a Gravina in Puglia il 1° gennaio 1857 dal notaio Giuseppe Montemurro, di Matera, e da Giulia Barbarossa, di distinta famiglia di Minervino Murge BA. Oltre alle doti intellettuali e morali, per le quali sin da fanciullo si segnalerà, mostra un temperamento vivace, dinamico, intraprendente, volitivo e generoso.
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